Al fianco dei terremotati, i volontari CRI: “Per sempre nel nostro cuore”

Da sinistra: Federica Bonacina, Maria Luisa Plebani, Cassandra Montanelli e Gabriele Politi

LECCO – Un’esperienza unica nel suo genere, forte, che colpisce e che ti rimane nel cuore: con queste parole i 4 volontari della Croce Rossa Italiana comitato locale di Lecco hanno descritto, domenica sera presso il “Cantun” del rione di Castello, la loro esperienza di volontariato nei campi di Camerino e Monte Fortino.

“Siamo stati nel campo di Camerino durante la sua ultima settimana di attività – hanno spiegato Gabriele Politi e Cassandra Montanelli, volontario del comitato locale di Lecco – il nostro compito è stato quello di intervenire per l’emergenza, ma sopratutto abbiamo cercato di riportare la vita degli ospiti del campo alla normalità”.

 

Normalità che nel campo non esiste, la routine quotidiana da un giorno all’altro viene completamente spazzata via e tutti si ritrovano in un “mondo” nuovo, “di convivenza forzata, dove nessuno ha più privacy, dove ci si ritrova a dormire vicino a persone che non si conoscono, a condividere i servizi igienici e le docce – hanno spiegato i volontari – in questo mondo alienante ci siamo rimboccati le maniche e abbiamo cercato di dare un senso di normalità alla vita di tutti giorni, abbiamo cercato di far funzionare l’intero campo, divenuto ormai una piccola città, e abbiamo sostenuto le persone dal punto di vista psicologico”.

Quando siamo arrivati al campo di Camerino – hanno raccontato Gabriele Politi e Cassandra Montanelli – era l’ultima settimana di attività del campo e gli sfollati avevano ormai abbandonato il palazzetto ed avevano preso posto nei container. Nei container c’erano circa 150 posti letto, inizialmente non tutti erano occupati, ma a metà settimana Camerino è stata colpita da un’ulteriore scossa e il campo è tornato a riempirsi, per supplire alla mancanza di posti letto siamo stati costretti a improvvisare, trasformando i divani in letti e aiutandoci col materiale a disposizione, il cameratismo e l’unione tra noi volontari, provenienti da tutta Italia, ci ha permesso di reagire aiutando concretamente la popolazione”.

Gli alloggi nel palazzetto di Camerino, mini stanze improvvisate per garantire una maggiore privacy

Un’esperienza significativa, che ha portato i quattro volontari a toccare con mano il dramma del sisma, a vedere con i loro occhi paesi fantasma, case diroccate, “porte e finestre spalancate, testimonianza di come la gente sia letteralmente scappata di casa cercando di mettersi in salvo – hanno continuato  Federica Bonacina  e Maria Luisa Plebani le prime volontarie a partire dal comitato di Lecco (dal 11 al 17 dicembre sono state al campo di Monte Fortino) – abbiamo visto moltissime roulotte parcheggiate da parte a case agibili, perché anche se i vigili del fuoco ti hanno detto che la tua casa è ‘sana’, intorno a te vedi case distrutte e il terremoto continua a far paura, per questo preferisci dormire in roulotte o al campo”.

“Nel campo di Monte Fortino – hanno continuato Federica e Maria Luisa –  alla sera il numero delle persone ospiti si alzava notevolmente, perché è soprattutto di notte che l’uomo ha paura del terremoto, è di notte che si sente vulnerabile, che ha paura di non farcela a mettersi al riparo”.

A colpire maggiormente i volontari è stata la forza di volontà delle persone colpite dal sisma, persone che nonostante avessero perso tutti i loro beni, riuscivano a trovare quotidianamente un motivo per sorridere, per guardare positivamente alla vita: “tutto questo è possibile grazie all’affetto, all’amore, al volersi bene – hanno commentato i volontari, riportando alcune testimonianze dei cittadini sopravvissuti – è questo che ti fa andare avanti, poiché anche se perdi tutto puoi continuare a dire io ci sono ancora”.

“Al ritorno da questa esperienza portiamo nel cuore il grazie di questa gente che ogni giorno ci salutava e ringraziava con il sorriso sulle labbra, nonostante il grave trauma subito – hanno spiegato i volontari – portiamo a casa i disegni dei piccoli ospiti del campo che con il loro sorriso e con la loro voglia di vivere hanno dimostrato ai più grandi che c’è vita e che tutto rincomincia, che ci si può rialzare!”.

Al termine della serata un lungo applauso ha chiuso la presentazione, “non siamo eroi, non siamo Rambo, siamo solo dei semplici volontari che hanno deciso di donare una piccola parte del loro tempo per aiutare l’Italia a rialzarsi” hanno concluso i volontari.

Una casa diroccata a Camerino

 

Tratto da LeccoNotizie.com di lunedì 20 febbraio 2017